Unità della Nazione, occupazione, i giovani come risorsa del Paese. E poi il grande tema delle riforme, parlando di fiducia e speranza per un Paese che sa reagire alla crisi e deve essere più unito. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano (nella foto), nel messaggio di fine anno, il quarto del suo settennato al Colle, ha tracciato l'agenda delle questioni sulle quali la politica deve dare risposte nel nuovo anno. Il presidente della Repubblica, che ha parlato 19 minuti nel suo il primo messaggio agli italiani rintracciabile anche online su YouTube, ha espresso solidarietà al premier Silvio Berlusconi per l'aggressione subita a Piazza Duomo a Milano, rivolgendo un pensiero un pensiero alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo e a quelle colpite dalle ultime alluvioni, eventi tragici nei quali tuttavia il paese ha saputo dare prova, ha rimarcato, di grande solidarietà.
Occupazione - L'Italia ha pagato un prezzo alto alla crisi e nel 2010 a rischio ''è soprattutto l'occupazione''. Napolitano ha sottolineato che "si è fatto non poco per salvaguardare il capitale umano, ma hanno pagato, in centinaia di migliaia, i lavoratori a tempo determinato i cui contratti non sono stati rinnovati e le cui tutele sono rimaste deboli o inesistenti; e indubbia è oggi la tendenza a un aumento della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile".
Giovani - ''Se c'è una cosa che non ci possiamo permettere - ha rimarcato il Colle - è correre il rischio che i giovani si scoraggino, non vedano la possibilità di realizzarsi, di avere una occupazione e una vita degna nel loro, nel nostro Paese. Ci sono nelle nuove generazio ni riserve magnifiche di energia, di talento, di volontà: ci credo non retoricamente, ma perchè ho visto di persona come si manifestino in concreto quando se ne creino le condizioni''.
Crisi - ''Abbiamo vissuto mesi molto agitati sul piano politico - ha ricordato il presidente Napoilitano - ma ciò non deve impedirci di vedere come si sia operato in concreto da parte di tutte le istituzioni, realizzandosi, nonostante i forti contrasti, anche momenti di impegno comune e di positiva convergenza''. ''Nello stesso tempo, nel tessuto più ampio e profondo della società si è reagito alla crisi con intelligenza, duttilità, senso di responsabilità, da parte delle imprese, delle famiglie, del mondo del lavoro''.
Il Sud - Nel messaggio dal Quirinale il mezzogiorno ha avuto un ruolo centrale. "L'economia italiana deve crescere di più e meglio che negli ultimi quindici anni: ecco il nostro obbiettivo fondamentale", ha scandito Napolitano. Perciò, ha indicato il presidente, "deve crescere molto più fortemente il Mezzogiorno. Solo così, crescendo tutta insieme l'Italia, si può dare una risposta ai giovani che s'interrogano sul loro futuro".
Riforme - Su questo tema la riflessione del capo dello Stato ha indicato il bisogno di un confronto sereno tra le forze politiche. "Più crescita, più futuro per i giovani, più equità sociale. Sappiamo che a tal fine ci sono riforme e scelte da non rinviare: proprio negli scorsi giorni - ha ricordato Napolitano - il governo ne ha annunciato due su temi molto impegnativi, la riforma degli ammortizzatori sociali e la riforma fiscale". Ma per mettere mano alle riforme, compresa quelle della seconda parte della Costituzione e della giustizia, è "essenziale - ha ricordato il capo dello Stato - che siano sempre garantiti equilibri fondamentali tra governo e Parlamento, tra potere esecutivo, potere legislativo e istituzioni di garanzia, e che ci siano regole in cui debbano riconoscersi gli schieramenti sia di governo sia di opposizione".
Riforma fiscale - Proprio la riforma del fisco è "assolutamente cruciale, non si può fare con rattoppi, ma con analisi e una proposta d'insieme" e insieme si deve affrontare "il problema durissimo del debito pubblico".
Etica e politica - Per Napolitano "si dovrebbero ormai, da parte di tutti contenere anche nel linguaggio pericolose esasperazioni polemiche, si dovrebbe contribuire a un ritorno di lucidità e di misura nel confronto politico", tornando ad auspicare un maggiore clima di collaborazione e di serenità.
Carceri - ''È necessario essere vicini a tutte le realtà in cui si soffre - ha detto a chiare lettere Napolitano - anche perché ci si sente privati di diritti elementari: penso ai detenuti in carceri terribilmente sovraffollate, nelle quali non si vive decentemente, si è esposti ad abusi e rischi, e di certo non ci si rieduca''.
Attenzione al razzismo - Il Quirinale dice sì alla sicurezza, ma le politiche volte ad affermare la legalità "e a garantire la sicurezza, pur nella loro severità, non possono far abbassare la guardia contro razzismo e xenofobia, né possono esser fraintese e prese a pretesto da chi nega ogni spirito di accoglienza con odiose preclusioni".
Terrorismo - Napolitano ha poi guardato con preoccupazione alla minaccia del terrorismo ma, ha anche ricordato che "nuove luci per il nostro comune futuro sono venute dall'America e dal suo giovane presidente, sono venute da tutti i paesi che si sono impegnati in un grande processo di cooperazione e riconciliazione, sono venute dalla nostra Europa, che ha scelto di rafforzare, con nuove istituzioni, la sua unità e rilanciare il suo ruolo, offrendo l'esempio della nostra pace nella libertà".
''In realtà - ha detto in conclusione il presidente - non è vero che il nostro paese sia diviso su tutto: esso è più unito di quanto appaia se si guarda solo alle tensioni della politica. Tensioni che è mio dovere sforzarmi di attenuare. E' uno sforzo che mi auguro possa dare dei frutti, come è sembrato dinanzi a un episodio grave, quello dell'aggressione al presidente del Consiglio: si dovrebbero ormai, da parte di tutti, contenere anche nel linguaggio pericolose esasperazioni polemiche, si dovrebbe contribuire a un ritorno di lucidità e di misura nel confronto politico. Io posso assicurarvi che sono deciso a perseverare nel mio impegno per una maggiore unità della nazione: un impegno che richiede ancora tempo e pazienza, ma da cui non desisterò''.
fonte:adnkronos